mi concentro sul  quotidiano

 

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e ordinario, ripetitivo e talvolta noioso,

spesso privo di una sua struttura di rilievo, e per questo, a suo modo

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straordinario.

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Come se fissare un singolo momento bastasse a traghettare la mia mente al di là, oltre il banale in una dimensione di pace e annullamento che tende allo spirituale.

 

La grazia di un istante che dura un tempo finito,

rende infinito il tempo di un istante.

 

Si crea così attraverso i ricordi una specie di felicità retroattiva; quando capita di pensare al tragitto per recarsi a scuola, detestato quanto ripetitivo, se però appartiene ad un passato concluso, assume uno stupore rilevante e un po’ seducente.

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Va oltre.

 

La mia pittura fissa il transitorio sulla tela, soddisfa il desiderio di eterno nel presente.

Oggi è il tuo prossimo istante felice!

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Amo per questo osservare le persone da dietro, senza che ne siano consapevoli. Molti ritratti sono eseguiti da questa disposizione; si viene così a creare un’alternanza intimamente connessa con la persona che sto osservando. Da questa vicinanza privilegiata, vedo ciò che osserva, percepisco i pensieri e per un frammento di tempo sono lei/lui.

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Un passo indietro è in realtà, un passo avanti.

 

 

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In passato mi sono dedicata all’illustrazione di albo per l’editoria dell’infanzia.

Valentina Edizioni (settembre 2015) “Storia di Cristallo di Neve – non di cavoli, né di cicogne”, albo che tratta il delicato tema della fecondazione eterologa con l’intento di essere di supporto ai genitori nel compito di raccontare ai loro piccoli la storia delle loro origini biologiche. Per la collana “Lisolachecè” di Multimage dedicata alla promozione dei diritti dei bambini, “Se mi dici pollo fritto”, racconta con leggerezza e ironia, il potere che le parole hanno nel dare forma alla realtà, e l’impatto che possono avere su ognuno di noi, mettendo a nudo la genesi dei processi di marginalizzazione e bullismo.